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mercoledì 27 maggio 2009

Niente affari con chi usa gli schiavi

birmania boicottaggio"Bisogna colpire subito la giunta militare birmana, che si è macchiata di crimini contro l'umanità". E' l'appello lanciato dal segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, nel corso della conferenza stampa svoltasi alla Farnesina in presenza del ministro degli Esteri Franco Frattini sulla vicenda Aung San Suu Kyi.
"La nostra principale richiesta in queste ore è quella di liberare la leader dell'opposizione e deferire all'Alta corte (la Corte Penale Internazionale o Cpi, ndr) la giunta militare per crimini contro l'umanità" ha detto Bonanni ricordando che l'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), ha già "registrato l'esistenza di lavoro forzato per diverse migliaia di persone, e credo - ha aggiunto -che in nessun posto del mondo ci sia una situazione così incresciosa. La Corte internazionale agisca immediatamente - ha detto - in base alla denuncia dell'Oil (agenzia specializzata delle Nazioni Unite, ndr) che non è un organismo di parte ma rappresenta tutte le istituzioni del lavoro mondiale".
Un appello inoltre alle imprese italiane ed europee a non investire in Birmania, un Paese ''soffocato'' dal regime militare.
"Ancora troppe" infatti secondo il segretario della Cisl, le aziende italiane che fanno affari con il regime birmano. "E per questo motivo che da tempo il sindacato chiede di astenersi dal fare affari con una giunta liberticida e di prepararsi a fare affari con un governo legittimo del popolo birmano". Bonanni ha pertanto espresso l'auspicio che da parte dell'Italia vi siano "sanzioni gestite meglio" insieme a "una verifica maggiore della legalita' nelle dogane, nella circolazione delle merci tra i due paesi". A tale riguardo si è espresso il Ministro Frattini, secondo il quale ''deve esserci un limite'' alla ricerca del profitto. Vi e' un legame fortissimo tra crescita economica e liberta'. Al di la' delle posizioni individuali - ha detto il ministro riferendosi alle perplessita' francesi sulle sanzioni - la soluzione deve essere quella che l'Europa ha adottato lo scorso aprile: non indietreggierà sulle sanzioni contro la Birmania, a meno che il regime militare non 'ripristini le condizioni di liberta''' e ''garantisca i diritti della persona''. "Per questo - ha concluso Bonanni - dobbiamo far sentire tutto il nostro dissenso".

Ecco le aziende italiane che lavorano in Birmania:

Aziende che importano in Italia dalla Birmania

Aziende che esportano in Birmania (2008)
Aziende che esportano in Birmania (2009)


ISCOS Marche

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