Visita ISCOSMarche.it!

Benvenuti!

Questo blog non è più aggiornato dal 1 luglio 2010.

Di seguito trovate i collegamenti agli ultimi 5 articoli pubblicati sul nuovo blog, iscosmarche.it.

Visitate il nuovo sito per tutte le informazioni.




Ultimi articoli

Chi siamo

L’ISCOS Marche Onlus è un’articolazione regionale dell’ISCOS – Istituto Sindacale di Cooperazione allo Sviluppo. Operativo dal 1 gennaio 1994, ISCOS Marche si è costituito formalmente il 15 luglio 1998. Attraverso la cultura della solidarietà e della cooperazione l’ISCOS Marche, in collaborazione con le istituzioni, le comunità locali e le organizzazioni sindacali dei paesi più poveri del mondo, promuove e sostiene iniziative di sviluppo per il lavoro, la produzione, la formazione, la salute, l’affermazione della democrazia e dei diritti umani e del lavoro. Dalla sua attivazione, l’ISCOS Marche ha completato o ha in corso di realizzazione iniziative di cooperazione internazionale in 16 paesi del mondo. Segui questo collegamento per saperne di più sui nostri progetti!

Contatti

Iscos Marche Onlus
Via dell'Industria 17 / a
60127 Ancona
tel. 071 505224
fax 071 505207
mail iscosmar@tin.it

venerdì 24 aprile 2009

Darsi il tempo: Idee e pratiche per un'altra cooperazione internazionale

Segnaliamo una pubblicazione della Editrice missionaria italiana:

Darsi il tempoLa cooperazione internazionale allo sviluppo è una grande novità emersa nel ventesimo secolo. Guerre, povertà, catastrofi naturali, situazioni di abbandono avrebbero avuto un impatto ancora più grave se non ci fosse stata la risposta puntuale di persone, gruppi, organizzazioni e governi disposti ad intervenire. Grandi temi come il divario Nord Sud, la disuguaglianza dei mercati, il debito internazionale o le politiche ambientali sono entrati nelle nostre case grazie all’impegno di campagne e organismi della cooperazione internazionale.
Ma tutto questo è passato.
Oggi il mondo della cooperazione è in crisi e il concetto stesso di aiuto allo sviluppo appare superato. Crisi di senso, perché non si sa più verso quale sviluppo è realistico muoversi. E crisi di efficacia, perché spesso conta più la visibilità dei donatori che il risultato per i beneficiari. Occorre allora ripensare la cooperazione in un mondo che non è più quello del Novecento. Occorre fermarsi e riflettere.
Darsi il tempo è un saggio sulla cooperazione internazionale, ma anche il racconto di idee e pratiche raccolti in anni di esperienze sul campo. E’ un invito ad abbandonare la retorica dell’aiuto – perché nessuno è solo povero – e ad oltrepassare la logica dell’emergenza – perché agire responsabilmente significa prendersi il tempo per conoscere. Un’altra idea della cooperazione, che esige un pensiero diverso.
“In un mondo interdipendente non può esserci più cooperazione unilaterale”, scrivono gli autori, proponendo un cammino che chiamano cooperazione di comunità. Un incontro fra territori e persone per conoscersi, arricchirsi reciprocamente e considerarsi parte di un comune destino. Con il rischio, o forse il merito, di dover ripensare anche se stessi e il mondo in cui si vive.

Autori: Cereghini Mauro - Nardelli Michele
Mauro Cereghini, attivista, ricercatore e formatore sui temi della pace, della nonviolenza, della mediazione e della cooperazione internazionale. Ha lavorato presso l’Università Internazionale per la Pace di Rovereto, è stato direttore dell’Osservatorio sui Balcani e della Cooperativa Unimondo. Attualmente collabora con la Fondazione Alexander Langer.
Michele Nardelli, lavora nella ricerca sui temi della mondialità, della cooperazione internazionale e dell’elaborazione dei conflitti. All’impegno politico lungo i sentieri originali dell’agire locale e del pensare globale (è stato in Trentino fra i promotori del movimento politico Solidarietà) s’intrecciano le prime esperienze di cooperazione di comunità. È fra i fondatori dell’Osservatorio sui Balcani.

Per saperne di più: il sito della casa editrice

ISCOS Marche

giovedì 23 aprile 2009

Le bacheche di villaggio

Riportiamo in italiano un post da Whiteafrican.com


L'anno scorso ho avuto un lungo e bel colloquio con Zach Lutische, un keniota, con una grande idea. Tutto è cominciato con questo commento:

"Una volta sono andato fino a Nairobi, solo per scoprire che quello che mi serviva era a 1 km di distanza dalla mia azienda a Eldoret."

Zach parla con dolcezza, ma è ambizioso ed energico. Divide il suo tempo tra la lettura delle mailing list tecnologiche del Kenia e il suo villaggio nell'entroterra. E' davvero entusiasta dell'idea di tirare su una rete di bacheche rurali in Kenya, da utilizzare per raccogliere e creare punti di informazione per la comunità.
Nella nostra vita quotidiana iper tecnologica a volte dimentichiamo che semplice e non-digitale sono le parole d'ordine nella maggior parte del mondo, in particolare nell'Africa rurale. Ed è questo che rende il concetto di Zach così intrigante: vuole unire il mondo dell'Africa rurale non tecnologica con quello modernizzato dell'Africa urbana.

L'idea

Chiunque nel villaggio può mettere un avviso, notizia o annuncio su una bacheca di villaggio facendo riferimento a un gestore del sito, che potrebbe essere la stessa persona che gestisce il cellulare locale (Simu ya Jamii). A seconda delle dimensioni e della scadenza dell'avviso la persona pagherebbe tra i 10 e i 100 scellini kenioti (da $ .12 a $ 1,20).

Ci sono un sacco di modi in cui questi pannelli possono essere utilizzati, molti al di fuori di ciò che possiamo pensare al momento, ma ecco alcune idee di esempio:

* Il Sig. Njuguna ha un campo di patate e raccoglierà circa 50 sacchi in agosto. Ha messo un annuncio a giugno sulla bacheca della comunità per trovare un acquirente in anticipo.
* Un fotografo locale può essere contattato attraverso la pubblicità.
* Le imprese delle città possono contattare direttamente gli agricoltori e / o i venditori nelle comunità locali, ed essere a conoscenza delle disponibilità con mesi di anticipo.
* Terreni in vendita (con foto).
* Ogni villaggio ha un giorno di mercato: il cartellone rende più facile per acquirenti nei villaggi lavorare con i venditori in zone periferiche.

Una rete di bacheche di villaggi rurali

Appena iniziano a funzionare le bacheche per la comunità locale, possono connettersi ad altri villaggi della zona. Notizie e pubblicità possono raggiugere bacheche al di là di un singolo villaggio, fornendo maggiore diffusione a coloro che sono disposti a pagare.

Insieme a Zach abbiamo discusso un programma pilota, utilizzando la sua comunità rurale come base di sperimentazione. Abbiamo preso in considerazione i villaggi, ha tracciato le loro posizioni gli uni rispetto agli altri, i loro giorni di mercato e il numero approssimativo di persone in ogni villaggio.
Risulta che ogni cartellone costerebbe tra $ 40 e $ 150 circa per la costruzione, a seconda dei materiali disponibili localmente, e delle aggiunte - come un piccolo tetto per riparare dalla pioggia.

Potenziare le bacheche con la tecnologia

L'idea può stare in piedi da sola. Tuttavia, per me è interessante il modo in cui queste bacheche di villaggio possono creare una potente fusione di mondi offline e online / mobile presenti oggi in Africa. Qui le intuizioni e le esperienze di un keniota cresciuto in campagna, che vive in città e partecipa a discussioni di tecnologia sono insostituibili.

Poiché il gestore del sito sarà generalmente la persona che segue il posto telefonico locale, vi è la possibilità di vendere spazi su bacheche in altre città, utilizzando i percorsi aperti da questi operatori di telefonia mobile. Una volta formata la rete di gestori dei siti, si ha la nascita di alcune cose molto interessanti.

Sarà possibile collegare questi gestori a livello locale, regionale e nazionale. La possibilità per gli utenti finali sia di mettere pubblicità che di trovare beni e servizi sarà disponibile tramite il formato digitale o analogico. Non è un grande salto arrivare a un sistema nazionale di annunci che cresce organicamente, tenuto insieme da servizi mobili e web.

Già vediamo i giornali, come Star, in Kenya, con annunci gratis via SMS. Che cosa succede quando si crea una bacheca a livello nazionale e una rete di annunci tramite telefonia mobile ?

Conclusioni

Gli africani tendono a non essere singolari. A loro piace agire come una comunità, e quindi la singola azione con i telefoni cellulari è meno probabile del trovarsi insieme attorno ad una bacheca. Così, come i telefoni cellulari sono atto di comunicazione tra gli individui, la bacheca serve come mezzo di comunicazione tra i gruppi. Quindi, le bacheche sono il nesso, potenziate dal telefono cellulare.

Penso che questo concetto non solo funzioni, ma potrebbe diventare qualcosa di veramente grande. Io dico con un avvertimento: deve essere fatto da kenioti, non certo da realtà esterne. Le comunità locali devono essere quelle che decidono di creare e costruire il loro proprio spazio. Hanno bisogno di una propria valutazione e appartenenza.

La rete ha bisogno di crescere organicamente dalla base. Una volta che una rete di bacheche di villaggio sarà stabilita, ci saranno le basi per il cambiamento duraturo e un mezzo per la realizzazione di altri servizi di collegamento digitale.


Post originale: WhiteAfrican.com

ISCOS Marche

mercoledì 22 aprile 2009

Maker Faire Africa: Accra, Ghana, 13 - 15 agosto

Maker Faire Africa (MFA) è un evento che celebra l'innovazione, l'ingenuità e l'invenzione in Africa. Si terrà dal 13 al 15 agosto ad Accra, in Ghana.

Lo scopo di Maker Faire è di creare uno spazio nel continente in cui innovazioni, invenzioni ed iniziative possano essere viste, identificate, create, sostenute, amplificate, diffuse. Maker Faire risponde alla domanda: "Cosa succede quando metti insieme i portatori di idee ingegnose dal Mali insieme a quelli dal Ghana e dal Kenya, ed aggiungi risorse al mix?"

Come sostenere MFA

Prendi un badge: prima di tutto, passaparola. Fai in modo che la gente sappia dove e quando sarà. Condividi il link al sito, prendi il badge, parlane sul blog.

Maker Faire Africa
Poi, aiutaci a trovare degli sponsor. Se conosci organizzazioni o individui che vorrebbero sostenere l'evento, mettici in contatto con loro. Potrebbe essere un aiuto monetario, o una donazione di gadget o attrezzature o oggetti da modificare durante l'evento (esempio: ci piacerebbe avere dei kit LEGO Mindstorm per le scuole locali).

Infine, vieni. Se hai il tempo e la possibilità, ci piacerebbe averti con noi, avere le tue idee e i tuoi gadget a MFA.

Per saperne di più: http://makerfaireafrica.com

Vedi anche: Afrigadget.com

ISCOS Marche

martedì 21 aprile 2009

Albania: Libertà di isolamento

Segnaliamo un altro interessante articolo di Osservatorio sui Balcani:

A un anno dall'iniziativa europea sulla liberalizzazione dei visti, per i cittadini albanesi varcare il confine rimane un'impresa. Con Bruxelles ancora lontana e il Kosovo indipendente, nel paese si fanno strada aspirazioni nazionalistiche di integrazione panalbanese.
A quasi vent'anni dal crollo del regime, l'Albania rimane uno dei paesi più isolati d'Europa. In una graduatoria stilata in base alla libertà di movimento (fonte: la società Henry International Visa Restriction), si colloca al 182esimo posto su 192 paesi presi in esame, in coda a tutti i paesi europei – vicini balcanici inclusi – e a fianco di Cambogia, Libano, Pakistan e Sudan.

Il territorio più inaccessibile ai cittadini albanesi è l'Unione Europea, ma non sono di facile accesso neanche alcuni dei paesi balcanici non ancora integrati nell'UE. Non ha contribuito al miglioramento della situazione nemmeno l'iniziativa europea sulla liberalizzazione dei visti, entrata in vigore il primo gennaio 2008: questo è quanto risulta da un rapporto pubblicato dalla ONG di Tirana “European Movement in Albania”.

Continua la lettura su Osservatorio sui Balcani

ISCOS Marche

lunedì 20 aprile 2009

90 anni di Ilo - Organizzazione internazionale del lavoro

L'International Labour Organization (ILO) celebrerà i suoi 90 anni con una serie di eventi ed attività nel mondo organizzate da governi e organizzazioni di lavoratori e datoriali in 128 stati membri.
A partire dal 21 aprile oltre cento eventi nel mondo saranno uniti nel tema "90 anni per la giustizia sociale". Alcune nazioni lanceranno anche i nuovi programmi nazionali per il Lavoro dignitoso.
Il 90° anniversario arriva in un periodo di crisi globale, finanziaria, economica e del lavoro, nel quale il valore fondamentale della giustizia sociale, basata sui quattro pilastri del lavoro dignitoso: promozione dell'impiego, protezione sociale, dialogo e diritti sul lavoro, è centrale per un recupero sostenibile.

In Italia si terrà la Conferenza celebrativa del 90° anniversario dell’ILO - 21 aprile 2009 ore 10.00 - Parlamentino del CNEL, Viale David Lubin 2, Roma, con la partecipazione di ANTONIO MARZANO, Presidente del CNEL, il Presidente della Repubblica GIORGIO NAPOLITANO, CLAUDIO LENOCI, Direttore dell’Ufficio per l’Italia e San Marino, FRANÇOIS EYRAUD, Direttore del Centro internazionale di formazione dell’ILO di Torino, FRANCESCA SANTORO, Presidente Commissione internazionale e delle politiche comunitarie del CNEL; MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, GIAMPAOLO GALLI, Direttore Generale di Confindustria, GIOVANNI TRIA, rappresentante del Governo al Consiglio di Amministrazione dell’ILO, FABRIZIO ONIDA, Consigliere del CNEL, Università Bocconi di Milano, CINZIA DEL RIO, rappresentante sindacale al Consiglio di Amministrazione dell’ILO.

Qui l'invito

ISCOS Marche

Scrivi un messaggio sul muro della vergogna

Riportiamo da Misna:

Farid EsackIl lato orientale del muro di separazione (muro “della vergogna” o barriera di annessione coloniale secondo diverse associazioni per i diritti umani) che divide la Cisgiordania da Israele sta per ospitare uno dei più grandi graffiti al mondo. Attivisti olandesi e palestinesi scriveranno sulle lastre di cemento che lo compongono una lettera di oltre 2000 parole, in cui l’autore denuncia “la brutalità dell’apartheid israeliano”. Il testo, opera dell’intellettuale e attivista politico sudafricano Farid Esack, nominato dall’ex-presidente e premio Nobel per la pace Nelson Mandela alla guida di una commissione per i diritti umani e l’uguaglianza di genere, sarà scritto nero su bianco su un’unica riga, lunga circa 2500 metri. “Hanno forse dimenticato, i nostri fratelli e sorelle ebrei, l’umiliazione da loro patita” si chiede Esack nella missiva “ al punto che, nella loro terra, assistiamo a qualcosa di più brutale, spietato e inumano di quanto mai accaduto durante il regime di apartheid?”. In un altro brano, riportato oggi dal quotidiano israeliano Ha’aretz, lo scrittore musulmano sottolinea, in riferimento alla recente offensiva israeliana ‘Piombo fuso’ sulla Striscia di Gaza, costata la vita a oltre 3000 persone, che “neanche durante la segregazione razziale in Sudafrica si erano usate bombe e armi micidiali contro civili disarmati”. Secondo gli attivisti impegnati nel progetto, la scrittura del testo richiederà all’incirca otto giorni; la lettera andrà ad aggiungersi ai circa 850 messaggi che dal dicembre 2007 gli attivisti di ‘Send a message’, una ong di attivisti olandesi e palestinesi, hanno scritto sul muro e che gli sono stati commissionati per soli 30 euro da internauti di tutto il mondo. “Il nostro è un modo per dimostrare ai palestinesi che non sono soli e che il mondo non li ha dimenticati” dice Justus Van Oel, responsabile del progetto per parte olandese. Quanto ai palestinesi, i graffiti sono un modo per esorcizzare le difficoltà e inviare un messaggio all’esterno, precisa Faris Arouri, da parte palestinese: “Siamo persone come te, con senso dell’umorismo e voglia di vivere”.

Per saperne di più: Send a message

ISCOS Marche

venerdì 17 aprile 2009

Liberati i sindacalisti birmani

Riceviamo e pubblichiamo:

Una buona notizia per Pasqua.

A seguito dell'urgente richiesta dell'ILO al Ministro del Lavoro birmano per la immediata e incondizionata liberazione dei 5 sindacalisti arrestati il 1 Aprile dopo aver partecipato al primo Congresso del sindacato birmano, considerato dalla giunta una organizzazione terrorista, i cinque sindacalisti sono stati liberati.
Le autorita' hanno proibito loro di continuare a lavorare con l'FTUB.

Ancora una volta l'intervento tempestivo dell'ILO, anche su sollecitazione CISL ha portato i suoi frutti.
Ancora 2.100 prigionieri politici sono nelle carceri birmane condannati a lunghi anni di detenzione senza alcun motivo, come il sidnacalista Myo Aung Thant che e' stato insignito dalla CISL del Premio Giulio Pastore e che sta scontando la pena dell'ergastolo per il solo fatto di essere un leader sindacale.

L'appello per la liberazione immediata di tutti i detenuti politici puo' essere sottoscritto sul sito


Cecilia Brighi



ISCOS Marche

Il congresso Cisl Marche e la visita di NCEW

ncew tekeste baireSi è tenuto il 14 e 15 aprile il Congresso regionale Cisl Marche "Noi vivremo del Lavoro".
Ai lavori congressuali hanno partecipato Tekeste Baire, segretario nazionale di NCEW, il sindacato eritreo, e Tecle Yigzaw, Responsabile della ricerca e dello sviluppo del sindacato. ISCOS Marche è attiva in Eritrea con numerosi progetti, e pur tra mille difficoltà, cerca di lavorare alla costruzione di una società eritrea in cui siano riconosciuti i diritti fondamentali di pace, salute, istruzione, attraverso la crescita di un sindacato libero e indipendente.



ISCOS Marche

mercoledì 8 aprile 2009

Aiuto per terremoto in Abruzzo

Le Segreterie Nazionali CGIL – CISL –UIL esprimono dolore e cordoglio per le vittime del catastrofico sisma che ha colpito la regione Abruzzo e hanno deciso di assumere una iniziativa congiunta di aiuto alle popolazioni delle zone terremotate che sia efficace e tempestiva.

In analogia con gli interventi concordati in occasione di altre calamità naturali, CGIL – CISL – UIL prenderanno contatto con le Associazioni datoriali per favorire la raccolta della sottoscrizione volontaria di 1 ora di lavoro tramite apposita delega attiva da parte delle lavoratrici e dei lavoratori con la quale verrà autorizzata la trattenuta sulla prima busta paga utile e per sollecitare i datori di lavoro ad assumere analoga iniziativa di raccolta dei fondi.

A tale fine CGIL – CISL –UIL hanno aperto il conto corrente bancario n. 12.000 intestato

“CGIL CISL UIL terremoto Abruzzo 2009”
presso UGF Banca, filiale 157 Roma ,
con codice IBAN IT23W0312705011CC1570012000,

sul quale far confluire la raccolta, che costituirà un fondo da utilizzare per affrontare i gravi problemi relativi alla ricostruzione.

Roma, 7 aprile 2009



ISCOS Marche

sabato 4 aprile 2009

Canzone di pace in Darfur

Da un lato lotta contro la censura, dall'altro spera di portare la pace in Sudan con la sua musica: il cantautore Abazar Hamid viaggia nelle zone rurali del paese cercando di convertire le cantanti tradizionali arabe dell'odio note come "Janjaweed".

Abazar Hamid ha presentato le sue canzoni d'amore e di pace al comitato di sorveglianza della musica che in gran parte le ha censurate e respinte. Solo i brani più innocui sono trasmessi dalla radio sudanese.

Clicca per vedere il video. Ci scusiamo per la pubblicità iniziale


Abazar Hamid è un avvocato, e spesso cerca di negoziare con i membri del comitato di governo quando si tenta di censurare i testi o le sue canzoni. Ha recentemente trattato con la censura il permesso di registrare e produrre 'Nuovo Sudan' e 'la pace nel Darfur' in cambio di non cantare una canzone intitolata 'Basta' (in arabo: 'Kifaya').

Il testo di 'Basta' dice:

Adesso il mormorio diventa un urlo
E la cenere brucia come un fuoco
contro l'imbroglio.
Non aspetteremo a lungo.
Non attenderemo la notte.


Abazar Hamid cerca di convincere le cantanti Hakama a smettere di cantare le canzoni che incitano all'odio e alla violenza. Il loro ruolo tradizionale è di incitare gli uomini prima della battaglia. Ecco un esempio di testo:

Il sangue dei neri scorre come l'acqua
prendiamo i loro beni
e cacciamoli dalla nostra zona
e il nostro bestiame andrà nella loro terra.

Il potere del [presidente sudanese Omer Hassan] al-Bashir
appartiene agli arabi
e noi vi uccidereme sino alla fine, voi neri
abbiamo ucciso il vostro Dio.


Amnesty International ha raccolto diverse testimonianze che citano la presenza di Hakama - le donne 'Janjaweed' -, durante un attacco contro il villaggio di Disa nel giugno 2003.

L'agenzia dell'ONU per i rifugiati stima che nel corso degli ultimi tre anni quasi 200.000 innocenti sono stati uccisi. Si stima che 86.000 persone sono state uccise come diretta conseguenza della violenza armata nel conflitto, mentre circa 110.000 sono morte di fame e malattie. Due milioni sono stati costretti a fuggire dalle loro case, tra cui 220.000 rifugiati sudanesi che sono fuggiti oltre frontiera.
Queste cifre, tuttavia, si basano su calcoli teorici.




ISCOS Marche

venerdì 3 aprile 2009

Sing for Darfur

Sing for Darfur è il nome della Fondazione no-profit nata nella primavera del 2007 grazie a un gruppo di registi olandesi, con lo scopo di aumentare la consapevolezza del ruolo dell'Occidente nei confronti del Darfur.

L'olandese Johan Kramer è stato cofondatore e direttore della KesselsKramer, agenzia di comunicazione di Amsterdam e, dopo essersi occupato di pubblicità, fotografia, cortometraggi, videoclip, documentari, installazioni video, ha esordito con il doc The Other Final (2003), prima di questo Sing for Darfur, che non è un documentario, e non è nemmeno realizzato in Darfur. Il lungometraggio è stato girato a Barcellona, e qui lo spettatore segue a ritmo dinamico - ritmo dato anche e soprattutto dall'aspetto profilmico e filmico - le vicende di più personaggi in un giorno particolare: un concerto pop internazionale per aiutare la popolazione del Darfur. E ciò che viene messo in risalto e che segue proprio lo scopo della fondazione, è la palese distanza esistente tra la capitale catalana e il Darfur, distanza evidenziata da un senso di paura, di solitudine, di razzismo.




Ma durante il film, queste sensazioni negative vengono affrontate con apparente leggerezza e un pizzico di provocazione: lo spettatore non può rimanere indifferente, sotto il punto di vista stilistico-formale, all'importante uso del black&white, uso appositamente scelto da Kramer, il quale ha, infatti, dichiarato: «Credo che la scelta monocromatica possa considerarsi come uno specchio che riflette la realtà di una fastidiosa e superficiale società moderna in rapida e continua trasformazione». Ammirevole, inoltre, la scelta presa dalla fondazione di devolvere il denaro ricavato dal film a tutti quei registi sudanesi che vorranno realizzare progetti di sensibilizzazione per testimoniare la tragedia che affligge la popolazione della regione africana.


Grazie a Cinemafrica!
Per saperne di più Sing for Darfur



ISCOS Marche

giovedì 2 aprile 2009

Per fare un blog ci vuole una lavagna

Alfred Sirleaf è un blogger analogico. Gestisce il "Daily News", una capanna di notizie lungo una strada principale nel centro di Monrovia. Ha iniziato alcuni anni fa, affermando di voler portare notizie a chi non poteva permettersi di comprare giornali nella propria lingua.

Alfred ci ricorda che spesso le cose semplici sono le migliori, perché funzionano. La mancanza di energia elettrica non lo ferma. La mancanza di mezzi di finanziamento lo spinge in modo creativo a reclutare persone da tutta la città e nel paese per scovare notizie. Usa il suo telefono cellulare, come principale punto di collegamento tra lui e i 10.000 (dice) lettori quotidiani della sua lavagna.


Non tutti i liberiani che leggono le sue notizie sono alfabetizzati, e per questo fa uso di simboli. Che si tratti di un casco militare delle Nazioni Unite, un poster di un calciatore o una bottiglia di acqua colorata per indicare i prezzi del gas, è determinato a passare il messaggio in ogni modo possibile.

La pubblicità funziona anche qui. Costa $ 5 lo spazio in basso, $ 10 sul pannello laterale e $ 25 la sezione principale. Non ha tantissima pubblicità, ma riesce a cavarsela.

I suoi piani per il futuro includono il decentramento, ovvero l'apertura di identiche postazioni in altre parti di Monrovia, e in alcune delle città più grandi in tutto il paese.

Questo post è una traduzione dal blog White African



ISCOS Marche