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sabato 4 aprile 2009

Canzone di pace in Darfur

Da un lato lotta contro la censura, dall'altro spera di portare la pace in Sudan con la sua musica: il cantautore Abazar Hamid viaggia nelle zone rurali del paese cercando di convertire le cantanti tradizionali arabe dell'odio note come "Janjaweed".

Abazar Hamid ha presentato le sue canzoni d'amore e di pace al comitato di sorveglianza della musica che in gran parte le ha censurate e respinte. Solo i brani più innocui sono trasmessi dalla radio sudanese.

Clicca per vedere il video. Ci scusiamo per la pubblicità iniziale


Abazar Hamid è un avvocato, e spesso cerca di negoziare con i membri del comitato di governo quando si tenta di censurare i testi o le sue canzoni. Ha recentemente trattato con la censura il permesso di registrare e produrre 'Nuovo Sudan' e 'la pace nel Darfur' in cambio di non cantare una canzone intitolata 'Basta' (in arabo: 'Kifaya').

Il testo di 'Basta' dice:

Adesso il mormorio diventa un urlo
E la cenere brucia come un fuoco
contro l'imbroglio.
Non aspetteremo a lungo.
Non attenderemo la notte.


Abazar Hamid cerca di convincere le cantanti Hakama a smettere di cantare le canzoni che incitano all'odio e alla violenza. Il loro ruolo tradizionale è di incitare gli uomini prima della battaglia. Ecco un esempio di testo:

Il sangue dei neri scorre come l'acqua
prendiamo i loro beni
e cacciamoli dalla nostra zona
e il nostro bestiame andrà nella loro terra.

Il potere del [presidente sudanese Omer Hassan] al-Bashir
appartiene agli arabi
e noi vi uccidereme sino alla fine, voi neri
abbiamo ucciso il vostro Dio.


Amnesty International ha raccolto diverse testimonianze che citano la presenza di Hakama - le donne 'Janjaweed' -, durante un attacco contro il villaggio di Disa nel giugno 2003.

L'agenzia dell'ONU per i rifugiati stima che nel corso degli ultimi tre anni quasi 200.000 innocenti sono stati uccisi. Si stima che 86.000 persone sono state uccise come diretta conseguenza della violenza armata nel conflitto, mentre circa 110.000 sono morte di fame e malattie. Due milioni sono stati costretti a fuggire dalle loro case, tra cui 220.000 rifugiati sudanesi che sono fuggiti oltre frontiera.
Queste cifre, tuttavia, si basano su calcoli teorici.




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