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L’ISCOS Marche Onlus è un’articolazione regionale dell’ISCOS – Istituto Sindacale di Cooperazione allo Sviluppo. Operativo dal 1 gennaio 1994, ISCOS Marche si è costituito formalmente il 15 luglio 1998. Attraverso la cultura della solidarietà e della cooperazione l’ISCOS Marche, in collaborazione con le istituzioni, le comunità locali e le organizzazioni sindacali dei paesi più poveri del mondo, promuove e sostiene iniziative di sviluppo per il lavoro, la produzione, la formazione, la salute, l’affermazione della democrazia e dei diritti umani e del lavoro. Dalla sua attivazione, l’ISCOS Marche ha completato o ha in corso di realizzazione iniziative di cooperazione internazionale in 16 paesi del mondo. Segui questo collegamento per saperne di più sui nostri progetti!

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mercoledì 28 gennaio 2009

Samia Nkrumah, una storia esemplare

Segnaliamo da Limes:

La vera novità di queste elezioni è stata però rappresentata dalla discesa nell'agone politico di Samia Nkrumah figlia di Kwame Nkrumah, che dopo lunghi anni passati in esilio tra l'Egitto e l'Italia, dove ha lavorato come giornalista, ha deciso di ritornare in Ghana e presentarsi come candidata parlamentare del CPP (Convention People's Party), il partito fondato da suo padre, per il collegio elettorale di Jomoro, una delle regioni più povere e isolate del paese, che si trova proprio al confine con la Costa d'Avorio e il cui capoluogo Half Assini è il villaggio dove è cresciuto Kwame Nkrumah.

Samia Nkrumah è riuscita a conquistare il seggio superando nettamente il suo diretto contendente, il forte candidato del NDC Lee Ocran che era stato parlamentare per il Jomoro per due legislature.

L'evento, notevole per la scena politica ghanese, ha fatto gridare a molti che lo spirito di Nkrumah è tornato a "splendere sul Ghana". L'ex-presidente ha sempre conservato una grande popolarità nel paese, che si è andata via via accentuando negli ultimi anni, e molti vedono con favore e speranza il fatto che sua figlia ora si sia presa la responsabilità di ribadire e rinnovare il messaggio e la visione di suo padre.

Samia Nkrumah ha condotto una campagna elettorale battendo a tappeto tutti i villaggi nella regione del Jomoro, conquistandosi sul campo la fiducia e l'affetto della gente. La loro speranza è che la sua elezione possa contribuire a migliorare le condizioni di vita in un'area che è sprovvista dei minimi servizi di base come l'acqua potabile, l'elettricità, le scuole.

L'elezione di Samia Nkrumah ha sorpreso molti degli osservatori politici ghanesi indipendenti, perché nonostante la forte simbologia che il suo nome ha in Ghana, l'opinione corrente era che la sua mancanza di esperienza alla fine l'avrebbe penalizzata.

Oggi, invece, i due partiti maggiori cercano di contendersi il suo voto, e stringere un'alleanza con il CPP. Per il momento la Nkrumah ha deciso di attestarsi su una posizione di indipendenza da entrambi i partiti e ha dichiarato che in Parlamento voterà secondo coscienza e non secondo schieramenti di parte, tenendo sempre come obiettivo principale della sua azione politica le istanze e le rivendicazioni della gente del suo collegio elettorale, il Jomoro.

Per saperne di più: Limes

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martedì 27 gennaio 2009

Festival panafricano del cinema

Segnaliamo da MISNA:

“E’ ora che l’Africa si appropri delle sue manifestazioni”: con questa frase, allo stesso tempo amara e carica di speranza, il direttore del Festival panafricano del cinema e della televisione di Ouagadougou (Fespaco) ha motivato la decisione di presentare l’edizione 2009 a Dakar e non, come tradizione, a Parigi. Durante i novi giorni della manifestazione, tra il 27 febbraio e il 7 marzo, saranno proiettate 129 opere tra film, documentari, fiction e serie televisive. La scelta di presentare la più importante rassegna del cinema africano a Dakar si spiega con il desiderio di rendere omaggio a Sembene Ousmane (1923-2007), scrittore e cineasta senegalese che contribuì alla creazione e alla promozione del Fespaco. L’edizione di quest’anno, la ventunesima, è intitolata ‘Cinema africano: turismo e patrimoni culturali’ e ha come padrino l’ingegnere spaziale di origine maliana Cheikh Modibo Diarra. “Il Festival – ha detto il direttore Michel Ouedraogo nel corso della presentazione - deve far capire agli africani di non cercare altrove ciò che hanno già”.

Per saperne di più: http://www.fespaco.bf


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lunedì 26 gennaio 2009

Contro la malaria, artemisina coltivata in Africa

Segnaliamo da MISNA

L’Africa orientale è divenuta la terza area nel mondo di coltivazione dell’ “Artemisia annua”, da cui si estratte una sostanza fondamentale per medicinali contro la malaria, dopo la Cina e il Vietnam da cui questa pianta terapeutica proviene. Almeno 4000 piccoli agricoltori in Kenya traggono sostentamento dalla coltivazione arrivata a 4000 ettari nel 2009, secondo i dati di un’azienda privata che compra la materia prima ed ne estrae la sostanza. Introdotta circa 12 anni fa, in Kenya la coltivazione di Artemisia annua ha raggiunto livelli commerciali consistenti dal 2004 ed è in rapida crescita; similmente è accaduto in Uganda e Tanzania. L’artemisia ha il vantaggio di richiedere poche cure, sia in fertilizzanti che pesticidi, e se ne può produrre circa 2 tonnellate di foglie per ettaro. Il prezzo pagato dalle aziende ai coltivatori è tra 430-460 euro la tonnellata, mentre il prezzo dell’artemisina (la sostanza estratta dalla pianta) sul mercato internazionale ha raggiunto cifre oscillanti negli ultimi anni fino a 1300 euro al chilo. Secondo dati ufficiali, ogni anno in Kenya la malaria uccide tra i 16.000 e 20.000 bambini; il governo spende annualmente 18 milioni di euro per acquistare 17 milioni di dosi di Act (sigla del farmaco a base di artemisina il cui uso è raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità) che sono distribuite gratuitamente attraverso il servizio sanitario pubblico, mentre nelle farmacie private ogni dose costa tra i 4 e 6 euro.


ISCOS Marche

sabato 24 gennaio 2009

Come un uomo sulla terra

Per la prima volta in un film, la voce diretta dei migranti africani sulle brutali modalità con cui la Libia controlla i flussi migratori, su richiesta e grazie ai finanziamenti di Italia ed Europa.



Per saperne di più: Come un uomo sulla terra



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Frontiera Sahara. I campi di detenzione nel deserto libico

Segnaliamo un altro interessantissimo dossier di Fortress Europe: questa volta si parla dei campi di detenzione nel deserto libico per i migranti africani.

“Con noi c’era un bambino di quattro anni con la madre, durante tutto il viaggio mi sono domandato: come si può mandare una madre con un bambino di quattro anni insieme ad altre cento persone stipate come animali in un camion come quelli per la frutta, dove non c’è aria e dove stavamo stretti stretti, senza spazio per muoversi, per 21 ore di viaggio, dove le persone urinavano e defecavano davanti a tutti perché non c’era altra possibilità? Abbiamo viaggiato dalle 16:00 alle 13:00 del giorno dopo. Durante il giorno ogni volta che l’autista faceva una sosta per mangiare noi rimanevamo chiusi dentro il rimorchio sotto il sole. Mancava l’aria e tutti si alzavano in preda al panico perché non si respirava e volevamo scendere. Guardare il bambino ci faceva coraggio.

Continua la lettura su Fortress Europe
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venerdì 23 gennaio 2009

I conflitti dimenticati

Segnaliamo un utile strumento di approfondimento sui conflitti dimenticati, le situazioni di guerra solitamente trascurate dai grandi sistemi di informazione: www.conflittidimenticati.it

Questo primo decennio del nuovo secolo ha inaugurato il III millennio cristiano riproponendo su vasta scala l'antica quanto tragica logica dei conflitti: non soltanto nella prosecuzione di quelli irrisolti nelle decadi precedenti, ma aprendone di nuovi e inquietanti, dall'Afghanistan all'Iraq.

Sono anni però in cui abbiamo anche visto risorgere una coscienza collettiva, capace di grandi mobilitazioni, nelle piazze come nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle comunità ecclesiali, nelle case...; in alcune occasioni, persino sui balconi, tinteggiando le nostre città coi colori stessi dell'arcobaleno: antico e biblico segno posto da Dio, impegno perenne di pace fra il cielo e la terra, fra tutti i suoi figli.

Ben sappiamo però come le preoccupazioni e la fatica quotidiana minaccino costantemente di sopraffare anche gli slanci più sinceri e generosi, soprattutto nei contesti dominati dalla logica del "mordi e fuggi", in cui nel volgere di pochi istanti anche le emozioni più forti finiscono inesorabilmente per essere travolte dall'assuefazione e da un senso di arrendevole impotenza.

Di più, siamo consapevoli di come in un mondo dominato dai media soltanto le notizie che ricevono adeguata accoglienza ("copertura", direbbero gli addetti ai lavori) dagli organi divulgativi assurgono alla dignità dell'esistenza, condannando immani tragedie a non lasciare traccia, semplicemente perché ignorate.

Se poi allarghiamo, con attenzione, lo sguardo, scopriamo come nel mondo esiste una zona "grigia", costituita dai cosiddetti "conflitti a bassa intensità", dove alle grandi ostilità si sostituiscono una serie di vessazioni continue, di sistematiche violazioni dei diritti umani, di imperiture violenze strutturali, tale per cui la dignità umana e la sicurezza delle persone risultano offese quanto nel corso delle guerre ufficialmente riconosciute.

Queste intollerabili situazioni, come anche lo splendido anelito di pace che ovunque serpeggia e il crescente coinvolgimento di tante comunità ecclesiali, che non si arrendono all'inevitabilità della guerra, né accettano di ritenere che esistano guerre di "serie A" e guerre di "serie B", ci hanno spinto ad elaborare questo progetto per un Osservatorio Permanente sui Conflitti dimenticati.


ISCOS Marche

lunedì 19 gennaio 2009

Eritrea e povertà su Lavori in corso


Nell'ultima edizione di "Lavori in corso", la web tv della Cisl Marche, sono presenti due servizi su ISCOS Marche Onlus. Il primo è un'intervista a Fausto Mazzieri, direttore di ISCOS Marche, e il secondo è un servizio sull'Eritrea, con immagini prese dal dvd "Verde Dancalia".

Clicca qui per vedere l'edizione di Lavori in corso.





ISCOS Marche

venerdì 16 gennaio 2009

Traitor: un eroe nero e musulmano

Segnaliamo da Cinemafrica:

Sudan 1978: un ragazzo gioca a scacchi con il padre che poco dopo verrà ucciso da un’auto-bomba in un attentato del quale il giovane figlio è testimone. Un flash-back di pochi minuti introduce la figura di Samir Horn, agente delle Forze Speciali dell’esercito degli Stati Uniti, interpretato da Don Cheadle, già protagonista di Hotel Rwanda (id. 2004) e Talk to Me (id., 2007). Horn è il protagonista del thriller politico – internazionale Traitor (2008) scritto e diretto da Jeffrey Nachmanoff, sceneggiatore di The Day After Tomorrow (id., 2004): il film è uscito negli Stati Uniti ad agosto 2008 e ha ottenuto diverse candidature ai Black Reel Awards.

Di seguito il trailer.




Continua la lettura su Cinemafrica

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lunedì 12 gennaio 2009

Appello per la pace a Gaza

***

Fermare la guerra a Gaza non è un obiettivo impossibile.
Dobbiamo fare la nostra scelta.
Complici della guerra o costruttori di pace?



Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?

Vergogna! Quanto sta accadendo è vergognoso. Vergognoso è il silenzio dell'Italia e del mondo. Vergognosa è l'inazione dei governi europei e del resto del mondo che dovevano impedire questa escalation. Vergognoso è il veto con cui gli Stati Uniti ancora una volta stanno paralizzando le Nazioni Unite. Vergogna!

Niente può giustificare un bagno di sangue. Nessuna teoria dell'autodifesa può farlo. Nessuno può rivendicare il diritto di compiere una simile strage di bambini, giovani, donne e anziani senza subire la condanna della comunità internazionale. Nessuno può arrogarsi il diritto di infliggere una simile punizione collettiva ad un milione e mezzo di persone. Nessuno può permettersi di violare impunemente la Carta delle Nazioni Unite, la legalità e il diritto internazionale dei diritti umani.

Tutto questo è inaccettabile. Inaccettabile è il lancio dei missili di Hamas contro Israele. Inaccettabile è la guerra scatenata da Israele contro Gaza. Inaccettabile è l'assedio israeliano della Striscia di Gaza. Inaccettabile è la continuazione dell'occupazione israeliana dei territori palestinesi. Inaccettabili sono le minacce di distruzione dello Stato di Israele. Inaccettabili sono le violenze, le umiliazioni e le immense sofferenze quotidiane inflitte ai palestinesi e la costante violazione dei fondamentali diritti umani. Inaccettabile è il nuovo muro costruito sulla terra palestinese. Inaccettabile è il silenzio e l'inazione irresponsabile dell'Onu, dell'Europa e dell'Italia.

La continuazione di questo dramma è una tragedia per tutti. La più lunga della storia moderna. Nessuno può chiamarsi fuori. Siamo tutti coinvolti. Tutti corresponsabili. Questa guerra non sta uccidendo solo centinaia di persone ma anche le nostre coscienze e la nostra umanità. Il nostro silenzio corrode la nostra dignità.

Complici della guerra o costruttori di pace? Dobbiamo fare la nostra scelta. Altre opzioni non ci sono.

Di fronte a queste atrocità, dobbiamo innanzitutto cambiare il modo di pensare. Non ha alcun senso schierarsi con gli uni contro gli altri. Occorre trovare il modo per aiutare gli uni e gli altri ad uscire dalla terrificante spirale di violenza che li sta brutalizzando. Anche la teoria dell'equidistanza è insensata perché nega la verità e falsa la realtà. La vicinanza a tutte le vittime è il modo più giusto di cominciare a costruire la pace in tempo di guerra.

Dobbiamo uscire dalla cultura della guerra. E' vecchia e fallimentare. Nessuna guerra ha mai messo fine alle guerre. La guerra può raggiungere temporaneamente alcuni obiettivi ma finisce per creare problemi più grandi di quelli che pretende di risolvere. Non c'è nessuna possibilità di risolvere i problemi dei palestinesi, di Israele e del Medio Oriente attraverso l'uso della forza. La via della guerra è stata provata per sessant'anni senza successo. Anche il buon senso suggerisce di tentare una strada completamente nuova.

Dobbiamo pensare e realizzare il Terzo. Non sarà possibile risolvere la questione palestinese o mettere fine alle guerre del Medio Oriente senza l'intervento di un Terzo al di sopra delle parti. Oggi questo Terzo purtroppo non esiste. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu è ancora paralizzato dal veto degli Stati Uniti. I governi europei sono divisi e incapaci di sviluppare una politica estera comune. Ma questa realtà non è immutabile. Esserne consapevoli deve spingerci a lavorare con ancora maggiore determinazione per pensare e realizzare il Terzo di cui abbiamo urgente bisogno.

Fermare la guerra non è un obiettivo impossibile. Le Nazioni Unite devono cambiare, imporre l'immediato cessate il fuoco, soccorrere e proteggere la popolazione intrappolata nella Striscia di Gaza. L'Europa deve agire con decisione e coerenza per fermare questa inutile strage e ridare finalmente la parola ad una politica nuova. Non può permettersi di sostenere una delle due parti. Deve avere un autentico ruolo conciliatore.

La guerra deve essere fermata ora. Non c'è più tempo per la vecchia politica, per la retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti. E' venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell'Italia, della comunità internazionale e di tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a tutte le altre guerre del Medio Oriente. Senza dimenticare il resto del mondo. Per questo, dobbiamo fare la nostra scelta.

Giovani, donne, uomini, gruppi, associazioni, sindacati, enti locali, media, scuole, parrocchie, chiese, forze politiche: "a ciascuno di fare qualcosa!"

Perugia, 6 gennaio 2009

Tavola della Pace, Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani, Acli, Agesci, Arci, Articolo 21, Cgil, Pax Christi, Libera - Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Legambiente, Associazione delle Ong italiane, Beati i Costruttori di pace, Emmaus Italia, CNCA, Gruppo Abele, Cipsi, Banca Etica, Volontari nel Mondo Focsiv, Centro per la pace Forlì/Cesena, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli (prime adesioni, 6 gennaio 2009)


Le adesioni vanno indirizzate alla Tavola della pace
via della viola, 1 (06100) Perugia 075.5736890 - Fax 075.5739337
segreteria@perlapace.it - www.perlapace.it




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venerdì 9 gennaio 2009

Il mondo del lavoro contro la guerra

Riceviamo da Stefano Mastrovincenzo, segretario CISL Marche, e pubblichiamo:

La Cisl sta lavorando insieme alla Cgil ed alla Uil per organizzare un incontro a Roma dei Segretari Generali del Sindacato israeliano Histadrut e del Sindacato palestinese PGFTU, perché dal mondo del lavoro dei due paesi in conflitto possa giungere un contributo ad una forte iniziativa di pace.

La Cisl, in base alla posizione assunta dall'Organizzazione, e riassunta nella dichiarazione di Raffaele Bonanni diffusa a mezzo stampa, parteciperà all'iniziativa promossa per il 17 gennaio ad Assisi dalla Tavola della Pace.


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Fermare la guerra a Gaza è un obiettivo possibile

Tavola della Pace
Appello a tutte le donne e uomini di buona volontà Fermare la guerra a Gaza è un obiettivo possibile

Sabato 17 gennaio 2009 - ore 10.00

Incontriamoci ad Assisi per la pace in Medio Oriente in nome dei diritti umani e della legalità internazionale, gridiamo insieme: "Fermatevi! Fermiamola!"


Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?

La guerra deve essere fermata ora. Non c'è più tempo per la vecchia politica, per la retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti. E' venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell'Italia, della comunità internazionale e di tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a tutte le altre guerre.

Giovani, donne, uomini, gruppi, associazioni, sindacati, enti locali, media, scuole, parrocchie, chiese, forze politiche: "chiediamo a ciascuno di fare qualcosa!"

"Non ci sarà pace nel mondo finchè non regnerà in quelle terre piena pace. E tutti gli sforzi di pace in quelle terre avranno una ripercussione straordinaria sul pianeta intero." Card. Carlo Maria Martini




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Gaza: "Unione Europea si faccia garante di una tregua" - Bonanni

Bonanni Gaza crisi israeliana palestineseRoma 5 gen.- “La Cisl esprime grande preoccupazione per la situazione della popolazione civile a Gaza stretta tra i due fuochi delle milizie di Hamas e dell’esercito israeliano.
La Cisl chiede che si fermi subito la spirale di violenza e che si arrivi ad una tregua per permettere alla diplomazia di riprendere in mano la situazione e riavviare il processo di pace. Come ha ben detto Benedetto XVI la guerra e l’odio non sono la soluzione dei problemi.
Come sempre la guerra rischia di accentuare gli estremismi all’interno dello stesso mondo palestinese, che ricordiamo, in maggioranza non si identifica con Hamas, per il quale, per lo più, vita o martirio sono la stessa cosa. La Cisl condanna con forza l’azione del regime fanatico di Hamas che ha rotto la tregua con i suoi razzi in territorio israeliano e che ha provocato la risposta militare di Israele.
In una situazione internazionale in cui lo stesso ONU sembra paralizzato, la Cisl chiede che l’Unione Europea e l’Italia con un suo ruolo attivo in essa, eserciti una leadership unitaria facendosi garante diretta di una tregua immediata; provvedendo agli aiuti umanitari alla popolazione civile palestinese di Gaza; offrendo una sua forza di interposizione che impedisca il lancio di razzi e garantisca la sicurezza di Israele.
Israele ritirandosi deve riprendere immediatamente il processo di pace il cui sbocco non può che essere il suo diritto alla sicurezza ed il diritto dei palestinesi ad avere il proprio Stato nei territori occupati.
La Cisl darà il suo contributo perchè il sindacato israeliano Histadrut e il sindacato palestinese continuino il rapporto di dialogo e collaborazione che negli ultimi mesi ha dato frutti positivi; la partecipazione diretta del mondo del lavoro israeliano e palestinese, con i propri sindacati alla costruzione di una pace duratura e della convivenza è indispensabile per tutta l’area Mediorientale.”




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giovedì 8 gennaio 2009

Le associazioni degli immigrati nelle Marche

Il 15 gennaio 2009 alle ore 9.30 presso la Sala Raffaello della Regione Marche in Via Tiziano 44 ad Ancona, l’Assessorato ai Servizi sociali della Regione Marche e l’Associazione RFSviluppo organizzano il seminario:

“Le associazioni degli immigrati nelle Marche: struttura, funzioni e potenzialità”

Nel corso del seminario, i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni degli immigrati si confronteranno sui risultati di una ricerca dell’associazione RFSviluppo, svolta grazie al contributo dell’Assessorato ai Servizi sociali, sul sistema di rappresentanza degli immigrati nella Marche.

La ricerca presentata si propone di:

• fornire un quadro conoscitivo articolato della realtà dell’associazionismo degli immigrati, con attenzione ai suoi caratteri strutturali e funzionali
• individuare i problemi che queste associazioni hanno incontrato nel formarsi, nel consolidarsi e nello stabilire un rapporto costruttivo sia con la loro base associativa che con le istituzioni
• valutare le loro potenzialità come canali di integrazione sociale, economica e culturale e come strutture di rappresentanza politica e istituzionale.

Clicca qui per il programma completo

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