Oggi vi presentiamo una nuova, interessante iniziativa editoriale, cartacea ed on - line:
A Milano è nato un nuovo progetto di integrazione multiculturale.
Il suo nome è Aljarida.
Aljarida è il primo giornale interamente bilingue, realizzato da una redazione che vede presenze da molti paesi del Mediterraneo. Aljarida, dall’arabo “il giornale”, è un periodico mensile gratuito
distribuito a Milano. Il giornale di giovani italiani e giovani arabi che esplorano nuove forme di comunicazione.
Uno dei suoi obiettivi è quello di conoscere, far conoscere e diffondere informazioni su popoli e culture apparentemente così lontani.
Perchè in orizzontale? Due alfabeti che scorrono in direzioni opposte, si incontrano e convivono in un’unica pagina. Il lettore italiano è abituato a sfogliare da sinistra verso destra, mentre il lettore di un giornale arabo inizia la lettura da destra. Per confrontarsi e conoscersi, quindi, devono entrambi fare un piccolo sforzo e cambiare, perciò, la propria prospettiva.
Per saperne di più: il sito di Aljarida e l'ultimo numero
Visita ISCOSMarche.it!
Questo blog non è più aggiornato dal 1 luglio 2010.
Di seguito trovate i collegamenti agli ultimi 5 articoli pubblicati sul nuovo blog, iscosmarche.it.
Visitate il nuovo sito per tutte le informazioni.
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venerdì 27 febbraio 2009
Aljarida: il giornale itarabo
giovedì 26 febbraio 2009
Straniero a chi?
Segnaliamo l'articolo su Limes on line di Alfonso Desiderio sulle seconde generazioni di immigrati in Italia.
C'è un'Italia che non esiste. O meglio ci sono italiani che esistono ma non sono riconosciuti come tali. Un figlio di immigrati, nato e cresciuto in Italia, può ottenere la cittadinanza se fa la richiesta dopo aver compiuto 18 anni ma prima del compimento del 19o anno di età. Dopo non la potrà più ottenere. Una cittadinanza con la scadenza "da consumare prima del...". Così chi si è informato può ottenere la cittadinanza, chi non lo sa perde un suo diritto fondamentale. Insomma, cogli l'attimo.
In questo modo poi ci ritroviamo ragazzi nati e cresciuti in Italia, che hanno frequentato le stesse scuole dei coetanei italiani, che vivono come i loro amici italiani, ma non hanno il passaporto italiano ma bensì un permesso di soggiorno dove nel campo paese di provenienza (rivolto ovviamente agli immigrati) c'è scritto Italia! Insomma sono considerati come degli immigrati, solo che loro provengono dal nostro stesso paese! Insomma siamo al ridicolo, se non ci fosse da piangere.
Per approfondire vai all'articolo di Limes on line
mercoledì 25 febbraio 2009
Zanotelli: Un pacchetto sicurezza immorale e incostituzionale
Riprendiamo un contributo di Alex Zanotelli alla e-zine diretta da Peppe Sini NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO, Numero 740 del 23 febbraio 2009:
ALEX ZANOTELLI: UN "PACCHETTO SICUREZZA" IMMORALE E INCOSTITUZIONALE
Quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi, quello che viene deciso dal Parlamento in nostro nome, e' semplicemente immorale e incostituzionale.
Cito solo tre esempi del "Pacchetto sicurezza":
1) "clandestino" uguale criminale;
2) il medico puo' segnalare il "clandestino" malato alla polizia;
3) la madre "clandestina" non puo' fare un atto civile, come quello di riconoscere il proprio figlio alla nascita.
Se queste diventassero leggi, saremo tutti chiamati alla disobbedienza
civile perche' leggi immorali e incostituzionali.
per approfondire vai al testo completo di Notizie Minime
martedì 24 febbraio 2009
45a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema - Anticipazioni
Si terrà a Pesaro dal 21 al 29 giugno 2009 la mostra internazionale del Nuovo Cinema.
Segnaliamo dal sito della mostra due anticipazioni:
La Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, in collaborazione con l’Israel Film Fund, dedicherà la sua ampia retrospettiva al cinema israeliano “di tendenza” del nuovo millennio, caratterizzato da un alto indice di indipendenza culturale e creativa e da uno spirito critico legato alle questioni socio-politiche del paese.
Recentemente il cinema israeliano ha avuto un crescente riscontro nell’ambito dei festival internazionali, con frequenti e prestigiosi riconoscimenti. Film come “Or” di Keren Yedaya (Premio Camera d’Or a Cannes) e “To Take a Wife” di Ronit e Shlomi Elkabetz (Premio del pubblico alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia), “Free Zone” di Amos Gitai (Premio per la Migliore Interpretazione Femminile a Cannes) e “Beaufort” di Joseph Cedar (Miglior Regia a Berlino) hanno contribuito a creare un forte clima di interesse di critica e di pubblico in tutta Europa.
Anche il mercato distributivo italiano si è dimostrato sensibile all’evoluzione di una cinematografia sempre più ricca di talenti. In tal senso, a parte diversi lungometraggi di Amos Gitai, ricordiamo la presenza nel circuito delle sale italiane di opere significative come “Meduse” di Etgar Keret e Shira Geffen, “Qualcuno con cui correre” di Oded Davidoff, “Il giardino di limoni” di Eran Riklis, “Valzer con Bashir” di Ari Folman candidato all’Oscar come miglior film straniero.
La retrospettiva intende fare il punto sulla situazione attuale della cinematografia israeliana, con particolare riferimento a quegli autori che si sono espressi con successo negli ultimi dieci anni. Una ricognizione, totalmente inedita, di un variegato e vivace movimento.
A completare la retrospettiva, come di consueto, il Festival propone un convegno di studi e un volume monografico (Marsilio).
Inoltre, all'interno della mostra verrà assegnato il Premio Amnesty:
Istituito nel 2007, il Premio Amnesty Italia 2009 – Cinema e Diritti Umani segnalerà anche quest’anno il film che meglio avrà saputo coniugare i molteplici temi relativi ai diritti umani. A sceglierlo (tra i titoli presentati nelle sezioni Pesaro Nuovo Cinema, Bande à Part, Il Cinema israeliano contemporaneo) sarà una giuria apposita, presieduta lo scorso anno da Roberto Citran, composta da Giovanni Albanese, Riccardo Noury, Angelo Pasquini e Amanda Sandrelli.Per approfondire vai al sito della Mostra
lunedì 23 febbraio 2009
Una laurea per l'Europa
Segnaliamo da Balcani Cooperazione:
Hanno concluso il proprio percorso di studio i primi studenti albanesi iscritti a corsi di laurea riconosciuti in Italia e UE. L'iniziativa è il risultato della collaborazione tra Università italiane ed albanesi
Dopo cinque anni di attività didattica, sono state consegnate a Tirana le prime 'lauree italo-albanesi' dalla valenza internazionale. Novantotto studenti hanno concluso il proprio percorso formativo in ambito sanitario, economico e politologico, ottenendo per la prima volta in Albania un titolo di laurea che verrà riconosciuto automaticamente anche in Italia, e di conseguenza nell'Unione Europea. I titoli di studio congiunti sono il risultato della collaborazione tra l'università albanese Nostra Signora del Buon Consiglio (Zoja e këshillit të mirë) e diverse università italiane.
continua la lettura su Balcani Cooperazione
martedì 10 febbraio 2009
Discriminazioni contro il sindacato in Guatemala
Una nuova relazione di ITUC sulle norme fondamentali del lavoro in Guatemala, pubblicata in concomitanza con la revisione della politica commerciale presso il WTO dimostra come i sindacalisti siano stati discriminati, minacciati e assassinati a causa della loro attività sindacali.
La relazione ITUC condanna in particolare il fallimento del governo guatemalteco nel garantire che gli assasini dei sindacalisti siano indagati e processati. "Le uccisioni, le minacce di morte e la persecuzione devono essere fermate immediatamente", ha dichiarato Guy Ryder, segretario generale ITUC. "La continua repressione violenta dei lavoratori e del diritto di formare e aderire ai sindacati dimostra che il governo non riesce ad attuare le convenzioni dell'OIL che ha ratificato e che i sindacalisti non hanno la libertà di svolgere i loro compiti senza rischiare la loro vita."
Secondo la relazione a causa di lacune giuridiche e feroci intimidazioni da parte di molti datori di lavoro, i sindacati riuniscono solo il tre percento della forza lavoro. L'ITUC insiste sul fatto che il governo del Guatemala conformi la propria legislazione alle Convenzioni 87 e 98.
La relazione constata che gli abusi, le discriminazioni, i maltrattamenti e le molestie sessuali contro le donne nelle zone di trasformazione per l'esportazione, anche dette "maquiladoras" (impianti di assemblaggio), sono pratica comune. Solo in tre dei 200 maquilas in funzione è stato possibile formare dei sindacati. Ci sono casi documentati di donne sottoposte a test di gravidanza prima dell'occupazione. Ciò costituisce una grave violazione dei loro diritti umani e una chiara violazione della Convenzione OIL n. 111 sulla discriminazione che il Guatemala ha ratificato nel 1960.
Clicca qui per leggere il testo integrale della relazione (in inglese)